“Your journal on the small internet. Anything you write in this notebook will be available on the Web, Gemini and Gopher. Instead of a pen, you’ll use the web interface or CLI to write.”
Progetto carino dallo stesso programmatore di ichi.
Il blog di zbrando
“Your journal on the small internet. Anything you write in this notebook will be available on the Web, Gemini and Gopher. Instead of a pen, you’ll use the web interface or CLI to write.”
Progetto carino dallo stesso programmatore di ichi.
Direi cosi’ cosi’ ma e’ necessario che stia bene perche’ serve una alternativa a Chrome/Chromium e solo gli sviluppatori web e gli utenti possono aiutare a mantenerla. Cominciate ad usare Firefox su mobile, chiedete agli sviluppatori di ottimizzare i loro siti anche per Firefox, donate qualche soldino ogni anno.
L’ex CEO di Signal, Moxie Marlinspike, fa alcune considerazioni sul Web 3 (in sintesi, non gli piace molto) ma due commenti hanno attirato la mia attenzione.
1) Le persone non vogliono far girare server propri e mai lo vorranno fare. Una cosa che spesso i nerd piu’ sfegatati si dimenticano quando sperano nella diffusione di un progetto/tecnologia/piattaforma.
Cito direttamente il pezzo di Moxie.
The premise for web1 was that everyone on the internet would be both a publisher and consumer of content as well as a publisher and consumer of infrastructure.
We’d all have our own web server with our own web site, our own mail server for our own email, our own finger server for our own status messages, our own chargen server for our own character generation. However – and I don’t think this can be emphasized enough – that is not what people want. People do not want to run their own servers.
Even nerds do not want to run their own servers at this point. Even organizations building software full time do not want to run their own servers at this point.
2) Un protocollo si muove molto piu’ lentamente di una piattaforma.
After 30+ years, email is still unencrypted; meanwhile WhatsApp went from unencrypted to full e2ee in a year. People are still trying to standardize sharing a video reliably over IRC; meanwhile, Slack lets you create custom reaction emoji based on your face.
This isn’t a funding issue. If something is truly decentralized, it becomes very difficult to change, and often remains stuck in time.
E quest’ultima frase mi rende triste perche’ vorrei vedere un Web decentralizzato e standard, con protocolli condivisi che vengono aggiornati velocemente a seconda delle necessita’.
Graficamente fantastico questo post di Robin Rendle che spiega dal suo punto di vista perché il web sia ostile agli scrittori, che sono migrati alle newsletters, e come si possa migliorare la situazione.
Effettivamente stupisce anche a me come nel 2021 sia ancora così difficile mettere su un semplice sito / blog.
Bisogna avere conoscenze tecniche per: registrare un dominio, aprire un account su un hosting, collegare i due, installare una piattaforma di blogging (di solito WordPress), imparare ad usare la suddetta piattaforma (che spesso si usa per cose molto più complesse).
Come fa notare Rendle, ci sono piattaforme blog più semplici di WordPress (come i generatori di siti statici) ma son sempre tecnicamente complesse per i non iniziati.
È chiaro che i social, rendendo più semplice postare articoli, dando una pubblico potenziale di milioni di occhi e spostando i costi sulla raccolta dati pubblicitaria, hanno avuto un enorme successo. Ma spero ancora che qualcuno inventi una piattaforma aperta e federata che sia semplice da usare e di successo.
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