Ci ho provato nelle ultime settimane a farne a meno, come per altri servizi Google. Le alternative ci sono ma per questo particolare servizio in pratica no. Sto parlando di Google Maps. Ci ho provato con tutto: HereWeGo, Sygic, Osmand… Niente da fare, la quantità, la precisione delle informazioni e il fatto che siano aggiornate rimangono un plus che la concorrenza non riesce ancora a raggiungere. E quindi a malincuore sono tornato a rimettere l’app Google.
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Niente di meglio in una sala d’aspetto di un ambulatorio che sentire i ping delle notifiche di una chat e il toctoctoc della tastiera virtuale. Per non parlare delle conversazioni di lavoro in viva voce. L’educazione e la riservatezza, queste sconosciute.
Sono uscite delle interessanti statistiche sugli App store di Apple e Google.
Le notizie più revanti sono che 1% dei top publisher fanno l’80% dei download. E che sempre l’1% fa 20,5 miliardi di dollari in guadagni su un totale di 22, con solo il 7% diviso tra più di 151.000 sviluppatori che rappresentano il 99% del totale. Numeri che fanno pensare.
Collegamenti: One percent of the app publishers account for 80% of the total downloads in Q3 2019
Se siete alla ricerca di un nuovo smartphone questa guida all’acquisto potrebbe fare al caso vostro.
Collegamenti: Best smartphones of 2019 – buyer’s guide
Sono misurazioni approssimative ma secondo Accubattery il mio telefono ha perso il 30% della capacità della batteria in due anni e mezzo. Non so se sia nella norma ma chiadamente è una differenza che si fa sentire. Visto che la batteria non si può facilmente sostituire comoncio a pensare quali siano le mie alternative.
Alcuni cambiamenti nel mio flusso di lavoro e fatti come il calo delle vendite degli smartphone mi hanno indotto a riflettere su quale potrebbe essere il futuro di questa piattaforma.
Partiamo da alcune considerazioni. La potenza di calcolo negli smartphone non e’ piu’ un problema, in particolare se guardiamo ai processori usati da Apple: sono ormai potenti quanto i microprocessori usati nei computer e consumano meno energia delle controparti PC.
Le batterie inoltre durano sempre piu’, i sistemi di ricarica sono sempre piu’ veloci e mi auguro che in futuro si trovino modi inusuali per ricaricare le batterie, quali panneli solari integrati o lo sfruttamento del movimento.
Infine poco tempo fa e’ stata presentata una novita’ che cambiera’ secondo me le cose: gli schermi flessibili. Questi schermi permetteranno la creazione di nuove categorie di prodotti, tra cui credo degli “all in one”. Mi spiego: immaginate uno smartphone classico ma che all’occorrenza si apra e riveli al suo interno un secondo schermo pieghevole della dimensione di 8″ circa. Abbiamo cosi’ ottenuto un tablet. Prendiamo poi questo tablet e inseriamolo in una tastiera / dock che fornisca anche varie connessioni (USB, HDMI, ecc.): abbiamo un portatile. Infine prendiamo il dispositivo, lo riportiamo in formato smartphone e lo colleghiamo ad una base che fornisca tutte le porte classiche dei PC e sia collegata ad un monitor di grandi dimensioni, tastiera e mouse: abbiamo un PC desktop.
mDi esperimenti nel campo del multiformato sono stati fatti molti e da molte aziende: Palm, Motorola, Asus, Microsoft e di recente Samsung con il suo DEX. Tutti hanno incontrato scarso riscontro di mercato e il perche’ credo sia da ricercare in due fattori: mancanza di supporto da parte dei sistemi operativi e delle app, mancanza degli schermi flessibili.
Ora, sappiamo che Microsoft e’ da anni al lavoro su un prototipo di dispositivo con schermo flessibile e ha dichiarato che la tecnologia Continuum (quella che permetteva ai Windows Phone di essere usati come PC) verra’ usata probabilmente in futuro. Inoltre Microsoft ha portato Windows sui processori ARM. Sappiamo che Google sta sviluppando Fucsia, un sistema operativo che dovrebbe sostituire Android e Chrome OS. Sappiamo anche che Apple vuole usare i suoi processori, che sono sempre piu’ potenti, e che il mercato degli smartphone in calo impone la ricerca di nuovi prodotti e formati da proporre al mercato.
Tutte questi indizi mi spingono a pensare che entro un paio di anni vedremo i primi nati di una nuova generazione di dispositivi che saranno multifunzione e flessibili (nel vero senso della parola). Serviva solo l’hardware giusto (schermi, potenza delle CPU ARM, batterie, metodi di ricarica veloce) e ora anche la parte sistema operativo sta arrivando. Poi passera’ la parola agli sviluppatori che dovranno adattare le loro app ai nuovi formati. Entro cinque anni mi aspetto questi nuovi dispositivi alla portata di molti.
Credo che il futuro prossimo ci riservera’ delle sorprese emozionanti e nuovi modi di lavorare con gli strumenti informatici.